"Esercito la mia professione di mediatore familiare e di counselor presso il mio studio e in questi primi anni ho lavorato con singoli clienti, coppie , famiglie, enti e associazioni".
Che cos’è il Counseling?
Chi può rivolgersi a un Counselor?
Tutti. Dalle persone singole alle coppie, dalle famiglie alle aziende o istituzioni.Chiunque, da solo o in gruppo, viva con fatica e spreco di energie momenti della propria vita, che non riesca a uscire da una fase di involuzione o di stallo, che abbia difficoltà nell’organizzare il proprio tempo in maniera adeguata ai propri obiettivi, che provi sofferenza o malessere, sia a livello intrapersonale che interpersonale, per l’incapacità a manifestare sentimenti ed opinioni in privato o nel lavoro. Insomma, il Counseling può essere la 'medicina' che aiuta il cliente ad aumentare il livello di consapevolezza di sé e degli altri, a ristabilire un accettabile equilibrio esistenziale, dissipare dubbi e ansie riportando la mente del cliente ad una condizione di maggiore serenità e appagamento, per sentirsi libero di esprimere le proprie emozioni e di fare le scelte in cui crede.
Perché farlo?
Perché rivolgerti a me?
Per uscire dalle sofferenze causate dal tuo specifico problema, probabilmente hai provato in più di un’occasione a imboccare una strada dopo l’altra, una soluzione dopo l’altra senza mai venirne a capo. Nel frattempo, le difficoltà sono diventate sempre più stringenti e croniche ed è aumentato forse il timore che le speranze si affievoliscono, che la luce fuori dal tunnel è sempre più lontana e irraggiungibile, che non ce la potrai mai fare e che non ti resta che accontentarti di vivere così.
Il mio intervento potrà invece darti una mano, aiutarti cioè, in un tempo sostenibile, a individuare strategie che fino ad ora non avevi considerato o che non conoscevi evitando una volta e per sempre il rischioso e avvilente percorso delle inutili soluzioni tentate.
Grazie alla mia più che decennale esperienza nella scuola come maestro, ho imparato a dialogare con tutti, a saper dosare il linguaggio in base alla persona che mi stava davanti, a usare cioè la via più semplice ed efficace per comunicare. Questo è il valore aggiunto che consentirà che il nostro dialogo sia più empatico e condiviso perché entrambi abbiamo l’interesse di capirci e capire, di smettere di soffrire tu e smettere di vederti soffrire io.