28 maggio 2024

Il tempo di oggi in alcuni che lo pensano….

Il concetto di comunità, ma la stessa parola, hanno sempre suscitato un senso di benessere e appartenenza. Le parole di Zygmunt Bauman, nel suo libro Voglia di comunità,  ci ricordano che la nostalgia per la comunità è radicata in un bisogno profondo di sicurezza. In un mondo sempre più individualizzato, cerchiamo soluzioni personali a problemi che in realtà sono sistemici. Questo tentativo di ottenere una "salvezza individuale" in risposta a problematiche comuni è una delle caratteristiche distintive della nostra epoca.

Marcello Veneziani, nel suo articolo "La Rivoluzione necessaria: da individui a comunità", sostiene che la nostra incapacità di formare comunità deriva dal fatto che non è più una forma sociale praticata e vissuta. Invece, la cultura contemporanea è dominata da un mantra ossessivo: "star bene con te stesso", "sii te stesso". Questo mantra, come sottolinea Gilles Lipovetsky, è diventato un valore di culto, quasi un feticcio.

Il problema principale è che questa enfasi sull'individuo e sul benessere personale ci allontana sempre di più dalla possibilità di costruire autentiche comunità. Invece di cercare soluzioni collettive, ci rifugiamo nella sfera personale, isolandoci ulteriormente. Questa ricerca ossessiva di benessere individuale può portarci a una falsa sensazione di felicità, ignorando le connessioni sociali che sono essenziali per il nostro benessere a lungo termine.

In un certo senso, questa situazione crea un paradosso: mentre cerchiamo di stare bene con noi stessi, ci priviamo della comunità che potrebbe offrirci un senso di appartenenza e sicurezza autentici. Il benessere individuale non può sostituire i benefici che derivano dall'appartenere a una comunità solida e solidale. La vera comunità offre supporto reciproco, condivisione di risorse, e un senso di scopo comune che nessun successo personale potrà mai compensare.

Per ritrovare la capacità di essere comunità, è necessaria una rivoluzione culturale che vada oltre il culto dell'individualismo. Dobbiamo riscoprire il valore della collaborazione e dell'impegno reciproco. Questo richiede un cambiamento nelle nostre priorità e nei nostri valori, mettendo al centro l'importanza delle relazioni umane e della solidarietà.

Costruire comunità non significa negare l'importanza del benessere individuale, ma riconoscere che il vero benessere è interdipendente. Noi dipendiamo dagli altri, e siamo anche grazie agli altri. È solo attraverso la connessione con gli altri che possiamo trovare una sicurezza autentica e duratura. Questo implica un impegno attivo nella costruzione di reti di supporto, nella partecipazione a iniziative locali, e nel riconoscere che i problemi sistemici richiedono soluzioni collettive.

In conclusione, la comunità non è un concetto nostalgico, ma una necessità urgente. Per risolvere i problemi sistemici che ci affliggono, dobbiamo abbandonare l'illusione della salvezza individuale e abbracciare l'idea che il nostro benessere è inestricabilmente legato a quello degli altri. Solo così potremo costruire una società più sicura, equa e solidale, capace di affrontare le sfide del presente e del futuro con forza e unità.

La rivoluzione da compiere, se ancora possibile evocare tale concetto, richiede un cambiamento radicale nelle nostre priorità e nei nostri valori. Dobbiamo passare dal culto dell'individualismo a una riscoperta della solidarietà e della collaborazione

1 commento:

  1. Forse vivere in comunità può spaventare chi non è riuscito a coltivare le risorse utili per inserirvisi. Perché un equilibrio personale può essere un catalizzatore di buone relazioni.Essere Comunità e essere individui viaggiano insieme. Senza nulla togliere alla bellezza e alla prolificita' della solitudine che le alimenta entrambe.

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